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31/07/2012 CREATIVITA'
Un girono, Jean Piaget diede un consiglio: “ Se volete essere creativi , rimanete in parte bambini, con la creatività e la fantasia che contraddistingue i bambini prima che siano deformati dalla società degli adulti”. Questo può farci riflettere su come, con il passare degli anni, la nostra creatività possa spegnersi, soprattutto grazie alle frasi micidiali che spesso accompagnano la nostra vita: “Non fare di testa tua”, “Sii serio”, “Ragiona”,”Sta attento”,”Te l’avevo detto”,”Non rischiare”,”E’ sempre stato così e quindi non si può cambiare” , ecc……. Alcune volte, sembra che coloro che sono deputati ad aiutarci a crescere, vogliano soffocare sul nascere la nostra capacità di fantasticare, di essere curiosi, di inventare, di giocare. Attraverso queste azioni, il nostro potenziale creativo resta così compromesso dal conformismo tanto da rischiare di atrofizzarsi. E’ così che molti rischiano di invidiare colore che riescono ad essere creativi, considerandoli proprietari di un “dono” dato a pochi. Invece la creatività è una condizione presente dentro ognuno di noi e che non aspetta altro se non di essere portata alla luce. Non occorre essere dei geni per compiere atti creativi. Basta solo coraggio, sicurezza e intuizione: qualità che si acquisiscono e si mantengono solo con l’esercizio. Ciò che necessita è la capacità di liberarsi dalla routine quotidiana e dai tanti pregiudizi che ognuno si porta dentro. Per scoprire il potenziale creativo presente in noi e per svilupparlo occorre fare nostre una serie di convinzioni quali, ad esempio: - la creatività è resa possibile dall’immaginazione e dalla fantasia. - E’ la linfa vitale del successo. - E’ spesso bloccata dalla paura di sbagliare. - Combatte la noia. - E’ il segreto della giovinezza mentale. - E’ un modo per realizzare se stessi. Come possiamo riattivarci quando ci sentiamo poco creativi? Dialogare con i bambini, per esempio, ci aiuta a reimparare la loro ingenuità e la loro curiosità. Riscoprire l’uso dei cinque sensi per rincontrare il mondo come se fosse la prima volta. Cercare di rimuovere, di tanto in tanto, qualcosa nel proprio ambiente. Fare un viaggio per esplorare, conoscere e confrontarsi. Cercar di fare nuove conoscenze anche lontane dall’ambiente familiare e dal mondo di lavoro. Esercitarsi a trovare gli aspetti positivi in tutte le situazioni per allenarsi a vedere il “bicchiere mezzo pieno o non mezzo vuoto”. Cercare di cogliere le somiglianze, le analogie, i punti di contatto tra le varie realtà, lasciando che le idee nascano libere e spontanee senza l’intervento della critica. Esercitarsi a rendere familiare ciò che è strano o insolito e , al contrario, provare a rendere strano ed insolito ciò che è familiare per cercare di vederlo in modo nuovo, riacquistando così una certa innocenza nella visione delle cose che ci circondano. Cercare di prendersi del tempo libero per far niente o meglio per pensare o sentire le cose in maniera diversa da tutti i giorni, visto che è ormai certo che la routine soffoca la nostra attività mentale e la creatività. Cercare di trasformare le situazioni conflittuali in motivazioni a creare. Abituarsi a fare domande aperte che stimolano risposte e dialogo. Dedicarsi agli hobbies, quali la lettura, la scrittura. Essere pronti a trasformare i problemi in opportunità. Dare spazio al gioco e al rilassamento poiché quando siamo troppo seri è difficile diventare creativi. Tutti questi consigli hanno un significato dal momento in cui siamo intenzionati a porre la creatività al nostro servizio per realizzare e raggiungere i nostri scopi ed obiettivi; infatti gli uomini che hanno creato qualcosa si sono sempre serviti della loro creatività per cercare soluzioni. Ulisse, nel poema l’Odissea, ne è un esempio eclatante, ma non possiamo, nello stesso tempo, dimenticare che come dice Krishnamurti: “Per trasformare il mondo, dobbiamo iniziare da noi stessi ciò che più conta è l’intenzione. L’intenzione deve essere di comprendere noi stessi e di non demandare agli altri il compito di trasformarsi”
Alessandro Magnanensi
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